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Giancarlo Furlanetto per sempre nel cuore. Se ne va un grandissimo del tennistavolo veneto

Se n’è andato in punta di piedi, con la discrezione che sempre lo ha contraddistinto. Quella che dei campioni veri e degli uomini di valore.

Giancarlo Furlanetto è senza ombra di dubbio uno dei padri fondatori del tennistavolo veneto, non solo trevigiano.

Ha insegnato a giocare nella sua città, nella sua Marca, a generazioni di giocatori.

Ma in una vita dedicata con amore vero a uno sport che non è solo passione ma anche molto di più non ha trasmesso solo i segreti del ping pong.

Ha soprattutto insegnato con il suo esempio a vivere lo sport, anche ad alti livelli, con valori veri. Con il sorriso, la discrezione, la pacatezza, la disponibilità, senza mai una parola fuori posto, un gesto oltre le righe.

Non si poteva non amare Giancarlo Furlanetto. Volergli bene era naturale perchè alle divisioni e alle barriere, lui preferiva la condivisione e la distensione.

La cattiveria, quella agonistica, quella sportiva, lui la conservava per quando entrava in quel rettangolo di gioco dove senza grinta, e anche un pizzico di cinica lucidità nel momento decisivo della lotta, non si esce vincitori.

Lui, invece, di battaglie ne ha vinte tante nella sua carriera di giocatore quando i tavoli erano soltanto verdi e le palline non perfettamente sferiche.

Quel marchio che caratterizzava il suo abbigliamento, Ju Rapida, era qualcosa di particolare, un brand famoso quanto la Butterfly. Era stato fondato nel 1949 da Nerio Ravini che nel 1955 assieme proprio a Frulanetto avrebbe fondato l’Olimpia Ju Rapida diventata successivamente la gloriosa Duomofolgore.

L’elenco delle sue vittorie è lungo. Ha inizio nel 1955, quando Stalin era morto da appena due anni, con il titolo italiano a squadre di serie B, con Mirko Fontanive e Luigi Piazza.

In quella stagione Furlanetto vince anche il torneo internazionale battendo in finale il numero 1 d’Italia Giuseppe Molina.

Un risultato che gli apre le porte della Nazionale con cui partecipa a vari tornei in Europa.

Nel 1956 è campione italiano assoluto di doppio in coppia con un altro grande trevigiano, Lucio Trevisiol.

L’anno d’oro è il 1959 dove il Duomofolgore Treviso entra nella storia vincendo lo scudetto, il titolo di serie A a squadre, assieme a Paolo Sambo e Lucio Trevisiol. In quell’anno Giancarlo si laurea anche campione italiano di singolare di seconda categoria.

Straordinario difensore, fra i pochi capace di contrastare il top spin (la nuova arma letale degli attaccanti) con un’intelligenza tattica e una solidità mentale fuori dal comune, Furlanetto è ai vertici del tennistavolo nazionale anche nei primi anni Sessanta.

Nel 1961 è campione italiano assoluto sempre in coppia con Trevisiol.

Ma è il 1963, l’anno che vede la scomparsa dei due più grandi della Terra, Papa Giovanni e John Kennedy, l’altro anno magico per il tennistavolo trevigiano.

Con l’inseparabile Trevisiol e con Pietro Trifoglio, Giancarlo conquista il secondo scudetto vincendo il campionato di serie A a squadre.

Fra i vari risultati c’è anche la vittoria al torneo nazionale assoluto di Vicenza, una delle manifestazioni più importanti della stagione (con tutti i big d’Italia presenti) che si disputava all’interno della Basilica Palladiana, in piazza dei Signori.

Dopo essere arrivato in cima alla vetta, Giancarlo si defila chiudendo definitivamente la sua straordinaria bacheca con 7 titoli italiani.

Da qui ha inizio il suo impegno in società a trasmettere i segreti del ping pong, ad allenare nuovi talenti, fra cui spiccano Stefano Dotto e Mario Gava, icone del pongismo della Marca, e suo figlio Giorgio, campione italiano ragazzi nel 1978.

“In occasione della trasferta della selezione veneta alla fase nazionale dei Giochi della Gioventù – racconta Riccardo Griggio – ricordo che Giancarlo diede una busta chiusa a suo figlio Giorgio che era stato convocato in quella selezione. Lui l’aprì in treno. Ricordo bene cosa c’era scritto in quel foglio. Tutte le indicazioni per la gara, da come preparare le partite a come gestire ogni situazione, i tempi di riscaldamento, quelli per concentrarsi, l’alimentazione. A noi ragazzi cresciuti nell’oratorio sembrava fantascienza”.

Nel 1987 assume la carica di presidente del Duomofolgore Treviso che manterrà ininterrottamente per 30 anni, fino al 2017.

Negli ultimi anni i problemi di salute non gli permettono di essere presente in palestra come avrebbe voluto. Ma appena le condizioni fisiche glielo consentono è lì a bordo campo a sostenere le sue squadre, i suoi ragazzi.

I suoi consigli sono i più preziosi come racconta Marco Omiciuolo, uno dei più forti giocatori trevigiani attuali: “Non diceva mai una parola fuori posto quando era in panchina, ma aveva la capacità, con la sua grande competenza e la sua tranquillità, di dirti le cose giuste per farti tornare in campo e vincere la partita. Un vero gentiluomo, una persona unica che ci lascia un grande vuoto, impossibile da colmare”.

Lo vogliamo immaginare ancora con la sua racchetta Giancarlo Furlanetto. Lassù nel cielo dove i tavoli sono blu, come l’ infinito. A sfidare Molina, Giontella, Vigna in partite interminabili dove non ci sono sconfitte. Con la sua maglietta Ju Rapida, fedele compagna delle sue battaglie terrene.